Articoli Scientifici

Convegno per il 25° anniversario fondazione della Comunità Educativa di Baida 28 – 29 febbraio 2004

25-anniversario Fondazione Comunità Educativa di Baida - Palermo

La progettazione e valutazione multiprofessionale nelle diverse aree della disabilità

(Atti del Convegno – Mons. Dott. Giovanni Scaletta)

La Comunità Educativa è un Centro di Riabilitazione per disabili storicamente radicato nel territorio per la sua esperienza più che ventennale nel campo della riabilitazione e per il ruolo preminente assunto nel dibattito scientifico-culturale sui terni della disabilità nel nostro territorio.

Quando nel 1976 iniziarono i lavori di adeguamento della struttura una linea direttrice muoveva tutto l’operare. Realizzare un Centro per handicappati come segno tangibile di evangelizzazione e di promozione umana e cristiana.

Coloro che erano considerati ultimi tra gli ultimi, gli “irrecuperabili” erano messi al centro dell’attenzione.

Questa riscoperta era stata dovuta alla già nata Missione di Palermo che aveva trasformato tutta l’Arcidiocesi in un laboratorio di idee, di progetti, di azione solidaristica perché i più emarginati non fossero soltanto oggetto di assistenza o degnati di paternalistico sguardo. “Non si tratta — affermava il Cardinale Pappalardo — di elemosina, si tratta di carità, cioè di amore … non di beneficenza, ma di comunione, di condivisione” (nv. 1975).

Cardinale Salvatore Pappalardo

Il Cardinale Salvatore Pappalardo fu in prima persona l’ideatore, il promotore instancabile di tale programma: Egli riuscì a lanciare l’idea della Missione come disponibilità e dedizione generosa di migliaia di cristiani verso i fratelli più deboli non solo per assisterli nelle esigenze pili minute ma soprattutto per promuoverli ed inserirli nelle comunità del territorio e delle parrocchie.

Lo slancio che ne derivò fu immenso. Dal 1973 e fin oltre un decennio tutti i piani pastorali riservavano alla Missione uno spazio importante. “La Missione di Palermo è la Chiesa di Palermo in stato di missione e si identifica con la sua vocazione particolare” (Piano pastorale 74-76). E la stessa Missione — la Chiesa di Palermo — prende solennemente l’impegno di fondare e mantenere un centro per la cura e il possibile recupero di bambini gravemente handicappati.

Aggiungeva il Cardinale in quella circostanza:
come Vescovo mi sento quotidianamente impegnato non soltanto a stimolare la comunità a questa scelta di carità, ma a sensibilizzare anche quegli ambienti che hanno rilevante peso sociale o che, attraverso la formulazione di buone leggi, possono incidere profondamente nel tessuto civile ed economico di tutta l’isola“.

E’ una presa di coscienza unitaria, un nuovo orizzonte culturale, è “Una sfida alla rassegnazione” come titolò un giornale a tiratura nazionale quando, 25 anni addietro nel 1978 venne, dopo anni di faticoso impegno, ufficialmente aperta la Comunità Educativa. Promuovere evangelizzando ed evangelizzare promuovendo: scriveva sempre, in quegli anni, il nostro Cardinale: “Urge fare maturare la nostra sensibilità, come uomini e come cristiani, per comprendere quale sia il senso dell’accoglienza che dobbiamo dare agli handicappati e capire di quali valori essi siano portatori e quali benefici possano comunicare a noi che interveniamo nella loro vita. Occorre una capacità di ascolto, di comprensione, di accettazione piena, non soltanto di tolleranza e di sopportazione”.

Quest’anno — anno europeo delle persone con disabilità — festeggiamo 25 anni dell’apertura della Comunità, e nella continuità di questo cammino abbiamo inauguato i nuovi, luminosi e più confortevoli locali che costituiscono il naturale completamento dei precedenti. Questa azione dice tutto l’impegno dì coloro che con pazienza, disponibilità e fatica hanno dedicato buona parte della loro vita a interpretare questa missione e a donarsi umanamente e professionalmente a quest’Opera.

A voler brevemente sintetizzare possiamo distinguere tre fasi nella vita della Comunità.

  1. Gli inizi che vanno dal 1976 al 1978
  2. Gli anni ’80
  3. Gli anni ’90

Gli inizi non possono tralasciare di ricordare le belle figure del colonnello Enzo Polloni e della moglie. A loro va il nostro più grato ed affettuoso ricordo. E’ grazie alla loro donazione che si è potuta realizzare quest’Opera così importante e qualificata.

Il nostro grazie più vivo e sincero va ai tantissimi benefattori della città di Palermo, del resto d’Italia e dell’estero e in particolare degli Stati Uniti che tramite il Cardinale Pappalardo hanno contribuito e sostenuto la realizzazione dei primi lavori di ristrutturazione e di adeguamento dell’immobile alle nuove esigenze.

Come non rammentare poi la bellissima Mostra di Grafica di 40 fra i maggiori Artisti italiani tenutasi al Palazzo Arcivescovile nell’aprile del ’79 e l’impegno costante ed assiduo dei primi volontari!

Gli anni ’80 si qualificano come gli anni dell’animazione. Animazione nelle scuole, nelle parrocchie attraverso la stampa ed opuscoli informativi. Sono gli anni del lancio della Iniziativa. Come dimenticare il Convegno Regionale del febbraio del ’82, gli incontri quindicinali di formazione e di supervisione, la stampa di appositi ed artistici calendari nei quali non mancava mai un pensiero, una riflessione, un invito pressante del nostro Cardinale Pappalardo!

Il calendario dell’88 si chiudeva con la foto di questi locali così come ci erano pervenuti: un semplice scheletro la cui costruzione ci impegnava per gli anni ’90 attraverso varie collaborazioni e in ultimo con l’utilizzo costante delle somme risparmiate dalla gestione del Centro che via via era riuscito a salire la china di un passivo che a metà degli anni ’80 vedeva spese annuali per 680 milioni a fronte di entrate annuali di rette per 400 milioni.

Da questo pesante passivo unito ai ritardi quasi biblici nei pagamenti da parte della USL si cade in un periodo di crisi che viene superata con una riformulazione del Servizio stesso in termini di maggiore efficenza incidendo sulle spese maggiori e rilanciando le attività dell’Ambulatorio prima e del trattamento Domiciliare dopo. Basti pensare che soltanto le spese per il personale alla fine degli anni ’80 ammontavano al 122% dell’intero importo delle rette mentre attualmente costituiscono soltanto il più fisiologico 70% a fronte di entrate per rette di 2 miliardi 650 milioni di vecchie lire pari a 1 milione 368 mila 610 euro, per un totale di 50 tra dipendenti e consulenti (43+ 7 = 50). Sempre agli inizi degli anni ’90 la gestione della Comunità fino ad allora affidata alle Opere Arcivescovili di Assistenza (O.A.A.) quale espressione diretta del Cardinale e della Arcidiocesi non riescono a essere più funzionali in quanto pur essendo positivamente accreditate non possiedono personalità giuridica sul piano civile. Non avendo l’Arcidiocesi allora personalità giuridica si è pensato di affiancare la Comunità ad un ente che ne fosse dotato. Da qui l’idea di operare una fusione tra le O.A.A. e la Confraternita di S. Maria del Soccorso proprietaria della omonima chiesa in via Maqueda (La Mazza) nei pressi della via Bandiera. La scelta della Confraternita era, quindi, puramente strumentale al mantenimento e alla sopravvivenza di quest’Opera della Diocesi e non aveva altri scopi.

Gli anni 90 si classificano come quelli del completamento dei locali e del consolidamento operativo.

L’iscrizione all’Albo Regionale nel ’95 è il frutto complessivo dell’adeguamento del personale e dei requisiti strutturali ed organizzativi agli standards regionali dopo che la Comunità già dagli inizi degli anni ottanta aveva partecipato attivamente alla formulazione della legge regionale per i portatori di handicap nell’aprile del ’81 e alla stesura del susseguente piano regionale di attuazione del ’86.

L’Ambulatorio passa dagli anni ’80 ai ’90 dallo 0 al 65%, mentre il Domiciliare dal 1988 al ’90 passa da 0 al 100% e questo trend positivo dura fino al ’94 ed arriva ai giorni nostri; attualmente i due Servizi sono al 100% della loro potenzialità. Sono a pieno regime e la Comunità. eroga — compreso il Seminternato — 40 mila prestazioni annue. Le richieste dirette pervengono ancora numerose anche se la lista di attesa della ASL che doveva razionalizzare il servizio raggiunge anche sei mesi di attesa con punte di un anno.

Su una popolazione di 250 utenti (in leggero calo da quando opera la lista di attesa unificata presso l’ASL) il 29% è rappresentato da minori, il 44% da adulti e il restante 27% da anziani. Le patologie più frequenti fra i minori sono costituite dalla sindrome di Down, dal disturbo generalizzato dello sviluppo e dal ritardo cognitivo semplice con un’incidenza pari al 50%. Un’altra patologia di frequente riscontro fra le sindromi neurologiche è la tetraparesi spastica seguita dalla emiparesi o da paraparesi con una percentuale del 17%. Fra gli adulti (19-64 anni) la patologia più frequente in assoluto è la sclerosi multipla pari al 30% della nostra popolazione, seguita dalla emiplegia con il 28% e dalla distrofia muscolare con il 24%. Fra gli anziani la patologia più comune è costituita da esiti di ictus cerebrale pari al 52%.

Alla fine degli anni ’90 tutti i locali compresi quelli di riserva potabile sono pronti, tra il collaudo e il completamento del piazzale passano più di tre anni.

“Dietro di noi le fatiche delle montagne, davanti a noi le fatiche delle pianure” ammoniva Brecht,

Volgiamo lo sguardo al futuro per i nuovi compiti che ci attendono. L’incremento delle prestazioni, la sottoscrizione della nuova convenzione con la Asl di Palermo che sempre si orienti per una convenzione annuale e non più triennale creando così una oggetttiva disparità con altri Centri ricadenti sotto altre Asl della stessa regione. La realizzazione della strada interna che partendo dalla via Convento di Balda permetta l’ingresso direttamente dal piazzale antistante i nuovi locali e la realizzazione di aree e parcheggi a servizio della numerosa utenza. La realizzazione di una piscina per idrokinesiterapia. Stabilire contatti sempre più frequenti ed organici con il mondo universitario e con le scuole di specializzazione di medicina, di psicologia e di formazione per terapisti della riabilitazione.

Si tratta di incentivare collaborazioni e progetti che trovano la Comunità ben predisposta negli operatori sanitari e nei collaboratori ed ora ben attrezzata nei locali avendo dotato gli stessi di ampie stanze per la rieducazione funzionale, la fisiokinesi, la logopedia, la psicomotricità e l’osservazione psicologica e il trattamento psicoterapeutico oltre ad appositi ambienti per i medici, il servizio sociale e la Direzione tecnica e di una sala riunioni per la formazione permanente e di un raccolto spazio per la cappella.

E’ questo lo spazio centrale, anche se citato per ultimo, al quale abbiamo pensato per primo convinti come siamo che senza tensione verso la Trascendenza, senza amore per Dio e il Cristo morto e risorto per noi tutti e per sua madre la Madonna del Soccorso e di Lourdes ogni nostro sforzo sarà nullo, fiduciosi nelle parole del salmita: “Se il Signore non costruisce la casa, invano si affaticano i costruttori”. E qui si tratta non soltanto di costruzione materiale ma di quella costruzione ben più profonda e spirituale che ha per obiettivo la persona nella sua interezza e nella sua unicità.

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