Dott.ssa Tiziana Andreozzi (FKT), Dott.ssa Francesca Palumberi (NPEE)
Si può fare….Ri-educare..Ri-abilitare…Ri-inventarsi….la Teleriabilitazione a “distanza” di un anno.
Marzo 2020… tutto cambia , a piccoli passi chiudono le scuole, attività, uffici, lo stesso percorso riabilitativo per ragioni di sicurezza, segue il flusso degli eventi (13/3/20). La tradizionale maniera di fare, lascia il posto al nuovo, si aprono scenari e con questi nuove possibilità, nuove tematiche da integrare, trattare e affrontare.

Interrogarsi sul “come” rimanere vicini, ma soprattutto in contatto nella “distanza“, sulle risorse offerte dal web, sul trasferimento del setting e degli obiettivi, mantenere inalterato il significato, il senso ed il percepito, dell’atto riabilitativo, rimanendo fedeli all’evidence-based-treatment, inteso come pratica basata su prove di efficacia. Altro punto di domanda: come..in quale modo interfacciarsi, in virtù di quel modello, a cui noi facciamo riferimento,”CLIENT CENTRED“, che pone il paziente al centro della cura, dei suoi bisogni globali.

La teleriabilitazione progressivamente prende campo e attraverso questa, passano strumenti, metodi, tecniche, comunicazione e relazione. Elementi della relazione come spazio-tempo, tono e posture, movimento, oggetti, linguaggio verbale e non, pur subendo delle modifiche, hanno mantenuto le loro caratteristiche , coordinate entro cui riferirsi ed attenzionarsi. Perdere il riscontro intersoggettivo della corporeità, fatta di sguardi, dialogo- tonico, gestualità ed emozioni, è stata una bella sfida ed una prova, esperienza ricca di possibilità e non poche criticità.

La “presa in carico” a “distanza”, a cui si pensava, in modo sospetto e di breve durata , si è trasformata in una nuova ed ordinaria routine; il video ha assunto un nuovo significato, strumento di interazione tra operatore e soggetto (bambino /adulto) e il suo contesto familiare (triplice spazio).
Entrare nelle case ci ha offerto l’opportunità di acquisire nuove informazioni ; il cambio di routine , l’eccezionalità dell’evento, con la sua imprevedibilità, nuovi bisogni anche in termini di risorse a disposizione, il disagio vissuto per ritrovarsi in un contesto che mai poteva essere ipotizzato, immaginato, non più rispondente alle proprie aspettative , ha generato comportamenti reattivi, difficoltà di gestione e regolazione del comportamento del proprio caro. Sintonizzarsi su tutto ciò, è stato importante per affrontare, mettere in campo un nuovo programma terapeutico individualizzato, conciliare l’intervento con le routine,
bisogni familiari e le risorse del contesto.
Fare coaching genitoriale, entro la nostra sfera di competenza, ha consentito confronto, condivisione, collaborazione e cooperazione, sia sul progetto terapeutico che sulle strategie da adottare; si è realizzata una trasformazione dell’alleanza terapeutica, da informativa ad operativa. Adoperarsi con strategie comuni e con un modus operandi chiaro e coerente, ha facilitato il mantenimento di autocontrollo, autoregolazione e livelli di consapevolezza, strumenti utili per ritrovare serenità.
Lavorare in un team multidisciplinare ha permesso un confluire di esperienze e conoscenze che hanno garantito il raggiungimento dei risultati attesi, arricchendo le potenzialità terapeutiche in efficacia ed efficienza, con conseguente beneficio sulla qualità di vita dei nostri utenti e come ricaduta, sul nostro operato.

Con lo sforzo di sintesi con cui si è voluta condividere tale esperienza, vorremmo concludere con dei ringraziamenti, rivolti ai genitori o caregivers, che hanno dovuto conciliare le loro attività genitoriali, familiari, lavorative, con le esigenze specifiche di cura ed attenzione, grandi e piccini per il loro coinvolgimento, le dimostrazioni d’affetto, che, seppur con alti e bassi, è stata la nostra forza.
In ultimo, non meno importante, un grazie al nostro legale rappresentante Padre Francesco Galioto, che ci ha fornito gli strumenti necessari, affinché il progetto riabilitativo dal concetto ha potuto prendere forma concreta, grazie per aver creduto in noi, realizzando ancora una volta, ciò che fu pensato dal fondatore della Comunità Educativa, Cardinale Salvatore
Pappalardo.
Marzo 2021, l’esperienza continua, con il virus e le sue varianti, i mini lockdown e la quotidianità che, necessariamente, deve essere affrontata, noi ancora qui, pro-positivi, pro-attivi e promotori di salute e benessere, con la certezza che ‘SI PUÒ FARE‘.